L’esistenza di ogni azienda passa dal raggiungimento dei propri obiettivi e dalla risoluzione degli ostacoli che si frappongono ad esse. Il “problema”, non è altro quindi che, ciò che separa lo stato attuale dallo stato desiderato e va risolto per la sopravvivenza di ogni organizzazione, piccola o grande che sia.

Quindi ogni problema attende una soluzione efficace e veloce ed è necessario predisporre strumenti e tecniche per velocizzare i processi ed ottenere l’atteso successo. Il “problem solving” è una vera e propria competenza, si tratta della capacità di affrontare i problemi e di generare soluzioni efficaci. La sua applicazione concreta ed operativa fa la differenza. Questa capacità non si improvvisa ed è frutto di processi e strategie studiate che permettono risoluzioni non solo efficaci ma anche rapide.

Per diventare esperti “problem solver” è necessario conoscere questi processi e strategie per non finire in tentativi maldestri che portano solo a rallentamenti, al raggiungimento di scarsi risultati o peggio ancora all’empasse.

Sono sei i passaggi fondamentali nella soluzione dei problemi:

Problem Finding”: consiste nel riconoscimento dell’esistenza di un ostacolo, fonte di disagio

Problem Setting”:  fase in cui viene descritto e definito il problema

Problem Analysis”: il problema viene scomposto in piccoli problemi e più semplici da risolvere o raggruppati secondo una logica

Problem Solving”: è la fase in cui è necessario rimuovere le cause che hanno apportato il problema

Decision Making”: è il momento delle decisioni da prendere e della scelta delle azioni da attuare

Decison taking”: passaggio all’azione e al monitoraggio successivo

Per ognuna delle fasi elencate è necessario un approfondimento affinché si trovino tutti gli elementi utili alla risoluzione del problema, come per esempio definirlo chiaramente e cosa si vuole ottenere, generare le possibili alternative, valutarle e selezionarle, mettere in pratica le soluzioni e così via.

La definizione del problema è la parte più significativa del processo poiché consiste nel dare un senso alla complessa situazione in cui si verifica in modo da poter individuare esattamente quale sia il contesto. Quindi si passa alla definizione dell’obiettivo che si vuole raggiungere, individuando la realtà concreta desiderata.

Durante la prima fase viene stimolato un doppio effetto che consiste nel concordare l’obiettivo comune e allo stesso tempo favorire il consolidamento di un “teaming”, e cioè, di un gruppo allineato verso lo stesso obiettivo.

I partecipanti ai corsi apprendono gli strumenti utili per ogni fase del processo del Problem Solving descritto in precedenza, ed insegna inoltre gli schemi F.A.R.E. e  Five Why’s che consentono di distinguere il problema dai suoi sintomi, attraverso l’esame degli strati più profondi della questione e la stimolazione di domande “powerful”, mirate e precise.

Ogni partecipante apprende competenze trasversali come il riuscire a guardare i problemida un punto di vista diverso, comprenderne la complessità, condividere i propri punti di vista tra i partecipanti, identificare gli elementi mancanti, creare una chiara rappresentazione visiva della situazione superando cosi gli ostacoli percettivi ma anche culturali ed emozionali.

La tecnica del “Drill Down”, ad esempio, aiuta a scomporre il problema in parti più piccole ognuna delle quali può quindi essere risolta in modo appropriato. L’utilizzo di questi strumenti e tecniche da parte dei dipendenti  aiuta a migliorare l’approccio alla soluzione dei problemi sia come squadra sia come organizzazione.

«Per prima cosa cercate di rendere i vostri ideali ben definiti, chiari, pratici, trasformandoli in obiettivi. In secondo luogo verificate se avete tutti i mezzi necessari per perseguirli: capacità, soldi, materiali, metodologie. In ultimo fate in modo che tutti i vostri mezzi siano indirizzati al raggiungimento dell’obiettivo» (Aristotele).

«I problemi  sono solo opportunità in abiti da lavoro» (Henry Kaiser, industriale americano)

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